Quando
siamo arrivati a Saint-Pierre sulla costa nord/ovest dell’Isola della
Martinica, l’impressione che abbiamo avuto è stata quella di un piccolo
paesino, più rurale che turistico. Eppure sino al 1902 era la capitale dell’isola.
La
data che ogni abitante della Martinica conosce a menadito, è l’8 maggio di
quell’anno. Saint-Pierre era una città florida, capitale non solo
amministrativa, ma anche commerciale, con un porto in piena attività, e una
vita sociale di tutto rispetto tanto da essere soprannominata “La petite Paris
des Antilles”. Ma da qualche tempo quel vulcano proprio dietro ad essa aveva
cominciato a fare i capricci.
Era
il periodo delle elezioni, e il governatore dell’isola, per non creare panico,
decise di trasferirsi li con la famiglia, anziché fare evacuare i cittadini. Ma
quella mattina, il vulcano esplose in tutta la sua potenza. Una nube ardente
scese dalla montagna a tutta velocita, e con i suoi 1000 °C di temperatura,
bruciò tutto ciò che trovò sul suo cammino. In un minuto circa ricoprì la città
facendo 29.933 vittime, comprese quelle sulle navi attraccate in porto. La
città continuò a bruciare per 150 giorni, e l’eruzione continuò sino al luglio
del 1905.
Due
sole persone riuscirono a sopravvivere a quell’inferno (altre fonti citano
qualcun altro). Incredibile il caso di Louis-Auguste Cyparis. Un prigioniero di
27 anni in carcere per una rissa in un bar imprigionato in una cella con mura
spessissime e una sola finestrella che non dava sul vulcano. Venne liberato
l’11 maggio da alcuni soccorritori attirati dalle sue grida. Raccontò che
l’eruzione ebbe luogo all’ora della colazione e che sentì di colpo una
fortissima ondata di calore, mista a cenere che durò poco, ma che non impedì di
provocargli ustioni in quasi tutto il corpo.
Oggi
Saint-Pierre è stata ricostruita sulle rovine dell’antica capitale. Conta 5
mila abitanti e il vulcano se ne sta sempre la. Le rovine dell’antico teatro
cittadino fanno impressione. Sembra di essere dentro una rovina romana, o a
Pompei. Non sembra possibile che quelle mura abbiano solo poco più di un
secolo. Ma è l’effetto dell’eruzione. Di quella nube di cenere e gas ardenti che
ha reso quell’edificio, simbolo del benessere della Saint-Pierre di un tempo,
in quelle condizioni.