domenica 26 ottobre 2014

Il fiabesco Castello di Saint-Pierre in Valle d'Aosta

Due immagini notturne dell'impressionante Castello di Saint-Pierre, nella media Valle d'Aosta.

Un castello molto diverso dagli altri manieri valdostani. Infatti, un po' come Castel Savoia a Gressoney, presenta un'architettura che si discosta completamente dai castelli medievali. 

Questo perché, nonostante sia un castello molto antico, è stato riedificato pressoché nella sua totalità alla fine del XIX secolo.


 

martedì 21 ottobre 2014

Verso la montagna

Posto uno foto scattata a Pollein, in Valle d'Aosta, che mette in evidenza un sentiero il quale, idealmente, conduce alla Becca di Nona, la montagna alta 3.142 metri che domina la città di Aosta.

Sulla destra ecco la Becca di Nona

domenica 12 ottobre 2014

Liguria: le grotte di Toirano



Sito davvero interessante della Liguria che abbiamo visitato durante un weekend dell'autunno 2012. 

La visita alle Grotte di Toirano, in provincia di Savona dura circa 70 minuti. Si entra da un lato della montagna e si esce dall’altro.
Si tratta infatti di un complesso di più grotte. In particolare noi abbiamo visitato la Grotta della Bàsura (che significa strega) e poi, dopo aver attraversato un tunnel artificiale siamo giunti nella Grotta di Santa Lucia inferiore.


All’interno la temperatura è costante a 16° e l’umidità tocca il 99%!! Non è possibile fare foto nella prima parte della visita (fino al tunnel in pratica). La Grotta della Bàsura fu scoperta nel 1950 e ha la particolarità che una parte di essa conserva reperti archeologicamente significativi, come scopriremo fra poco. 

Già da subito è pieno di stalattiti e stalagmiti. Entrambe sono formazioni calcaree che si creano per via del carsismo, un fenomeno che indica l’attività dell’acqua sulle rocce calcaree. Essa filtra nel terreno, si arricchisce di carbonato di calcio e crea nel corso di millenni grotte ricche di queste formazioni curiose. Le stalattiti pendono dall’alto verso il basso, mentre le stalagmiti sono colonne che crescono dal basso verso l’alto. Hanno colori e forme diverse. Ad esempio quelle più giovani sembrano spaghetti, ma soprattutto è incredibile che crescano di un solo centimetro cubo ogni 20 anni. Toccarle è deleterio. Si rischia con poco di rovinare qualcosa che la natura ha creato nel corso di migliaia di anni. Stalattiti e stalagmiti sono praticamente sempre allineate, in quando la seconda è prodotta dallo sgocciolamento della prima, ed è curioso vedere come a volte siano state spostate di parecchi centimetri per via dei terremoti! 


Quello che impreziosisce la visita è ciò che si incontra nel cosiddetto “Corridoio delle impronte”. Qui si vedono le impronte (di piedi, ginocchia e mani) lasciate nell’argilla da 3 individui, uno dei quali era un bambino! Risalgono a qualcosa come 12 mila anni fa. Incredibile!

Proseguendo, si oltrepassa un piccolo laghetto, che una volta era molto più grande. A livello di laghi le grotte di Borgio Verezzi sono indubbiamente più belle. Però a Toirano c’è l’aspetto archeologico che rende questo sito particolarissimo! 


Si arriva poi al “Cimitero degli Orsi”. Un’unghiata sulla roccia a circa 3 metri (!!!) di altezza ce lo fa capire! Gli orsi infatti venivamo in questo luogo in letargo tra 27.000 e 24.000 anni fa! Pochissimi esemplari sono morti nel corso degli innumerevoli inverni e le ossa sono rimaste accumulate nei pressi di un piccolo sbarramento creato dalla roccia che è servito da diga ed ha impedito che si disperdessero qua e la. La guida ci ha fatto vedere un cranio, ossa delle gambe e un dente che faceva paura da quanto era grande! 
 

Proseguento, si arriva nella “Sala dei Misteri”. Questa zona è stata chiusa per preservarla ed essere studiata. Ma in realtà non si fa nulla per tutelarla e nessuno la studia da anni. Di interessante si notano le strisciate nere provocate dalle torce degli uomini primitivi che si recavano sino a qua con le torce! E poi un punto nel quale ci sono di nuovo i piedi del bimbo e sulla roccia tante palline attaccate alla roccia. Sembra infatti che il bimbo venne portato sino a qui per un rito di iniziazione. Affrontare il buio delle grotte poteva essere una prova di coraggio e probabilmente è stato preso a palline di argilla! L’uomo si spinse sino a qui. Non oltre. Infatti, la grotta qui terminava. Oggi si può invece proseguire in quanto è stato abbattuto un diaframma dietro il quale gli scopritori hanno trovato acqua. Si arriva così nel cosiddetto “Antro di Cibele”. L’acqua venne prosciugata e si scoprì che la grotta scendeva verticalmente. Il fatto che l’acqua sia rimasta per millenni ha modellato le formazioni calcaree in forme tondeggianti. 


Arrivati sul fondo, gli scopritori capirono, negli anni ’60, che erano vicini alla Grotta di Santa Lucia inferiore. Già visitabile, come del resto quella della Bàsura, pensarono di unirle. Crearono quindi un tunnel lungo 110 metri che venne aperto nel 1967. Questo permette oggi con un unico biglietto, di visitare entrambe le grotte, ma soprattutto di percorrere un giro a senso unico! 


Nell'altra grotta non ci sono reperti archeologici, ma solo bellissimi cristalli chiamati “fiori di calcite”. Proseguendo si arriva nella “Sala del Pantheon”. Alta e ampia. Bella! Si entra poi della “Sala dei Capitelli” e poi sempre risalendo la grotta (nella Bàsura si scende), si giunge nella sua parte finale: “Il Tanone”. Una vera e propria tana, usata nel 1944 come rifugio contro i bombardamenti. Sembra un’enorme cantina lunga parecchie decine di metri. E’ infatti usata anche come deposito di un vino che sta invecchiando li. Bah.. Fine della visita!


Nel biglietto era compresa anche la visita ad un museo etnologico su usi e costumi della zona, ma siccome stava chiudendo non l'abbiamo visitato.





mercoledì 8 ottobre 2014

Le squadre migliori rubano sempre



Perché? 

Perché passano nell’area di rigore avversaria il quadruplo del tempo rispetto ai propri avversari.


E hanno quindi il quadruplo in più di possibilità dei propri avversari di trarre in inganno i poveri arbitri!


#finoallafineforzajuventus




martedì 7 ottobre 2014

Biella e Torino. Così diverse, così uguali.



Anche quest’anno al Forum, in campionato, Torino non è passata. 

Questo è un dato di fatto. 20 punti di scarto tra la nostra compagine e loro sono tanti. Troppi probabilmente. Perché Torino è stata costruita per vincere il campionato, mentre noi anche quest’anno partiamo con un roster giovanissimo, con qualche bel punto fermo, pieno di talento e voglia di fare. 

Tralasciando la goduria di vedere ancora una volta Torino soccombere nel derby, vorrei cercare di analizzare come mai due squadre costruite in maniera così diversa possano tranquillamente competere.

Innanzitutto la differenza di budget, e il suo differente utilizzo. Torino ha molti più soldi di noi. Ma i soldi, si sa, nello sport sono solo una delle tante componenti che possono far diventare una squadra vincente. I soldi vanno spesi bene. E per spenderli bene ci sono due strade. Puntare su giocatori di grande fama ed esperienza, oppure su giovani con enormi potenziali. E’ evidente come in queste due prime stagioni di LegaGold, Torino e Biella abbiano scelto l’una e l’altra strada. Con risultati sostanzialmente uguali. L’anno scorso Torino partiva con tutti i favori del pronostico, mentre Biella veniva data un po’ da tutti come una delle più probabili candidate alla retrocessione. Mentre a fine campionato, l’Angelico aveva vinto il suo primo trofeo, la Coppa Italia di categoria, la Manital soccombeva in semifinale playoff.

Come è possibile questo? Semplice. A inizio stagione, acquisti del calibro di Amoroso e Mancinelli, tanto per fare due nomi, caricano e scaldano l’ambiente, mentre Voskuil e Hollis sono le scommesse americane che si spera possano essere la punta di diamante di un roster troppo giovane e inesperto. Per cui enormi aspettative a Torino e qualche mugugno a Biella. 

L’asticella del salto in alto è posizionata molto in alto per la Manital (vincere il campionato). Decisamente più in basso quella dell’Angelico che cerca una salvezza, possibilmente senza troppi patemi. Insomma titoloni sui giornali VS partenza a fari spenti.

Poi succede che Biella parte a mille e Torino zoppica. L’entusiasmo cresce esponenzialmente sotto il Mucrone, complici le prestazioni esaltanti di americani e ragazzi del nostro vivaio, mentre scende alla velocità della luce all’ombra della Mole, dove coach Pillastrini dimostra di avere qualche problema nel gestire i tanti galli nel pollaio. 

Insomma, la pressione e le troppe aspettative schiacciano la Manital, mentre l’enorme affetto della piazza, unito all’enorme voglia di emergere dei giovani caricano a mille l’Angelico. E’ questo a provocare quel livellamento (comunque verso le parti alte della classifica) che altrimenti sarebbe difficile da spiegare. 

Eccoci quindi a fine campionato con Torino che travolge l’asticella e fallisce l’obiettivo, mentre Biella non solo la salta, ma lo fa senza alcun problema.

In conclusione secondo me entrambi i modelli sono buoni e (a volte) vincenti. Io però preferisco di gran lunga la strada intrapresa da Biella, che grazie a dirigenti preparati e capaci, gestisce in modo impeccabile il budget a disposizione e affronta al meglio la stagione. Una gestione oculata insomma, che unita al grande attaccamento della piazza biellese, permetterà, col tempo e le giuste risorse, di tentare nuovamente la scalata alla massima serie. 

Una strada comunque più tortuosa rispetto a quella scelta dai cugini. Che presenta qualche rischio in più (se sbagli un americano… se i giovani sono troppo acerbi…), ma che lascia spazio alla creatività che può dare una spinta incredibile all’ambiente. Perché poi, in fin dei conti, lo sport è bello quando accende le passioni, riempie gli stadi o i palazzetti, fa incollare gli appassionati alla radio, alla tv, allo smartphone o a qualunque altro dispositivo che proponga la cronaca di una partita. L’entusiasmo e la passione sono tutto! “Passion lives here”, recitava lo slogan di Torino 2006. Oggi forse la passione si è trasferita un po’ più a nord! 

Godiamoci quindi questa grande partenza dopo un precampionato non semplicissimo e continuiamo a lavorare sodo, senza troppa pressione! Obiettivo: raggiungere la salvezza prima possibile. E poi vedremo se anche quest’anno ci sarà spazio per toglierci qualche soddisfazione. 

La prima già è andata.
Angelico Biella – Manital Torino 93-73.
+20.
Per noi.


sabato 4 ottobre 2014

Il Castello di Aymavilles

Aymavilles è un piccolo paese alle porte di Aosta (per chi proviene dalla Francia). 

Se siete mai saliti a Cogne per una sciata o un picnic, di sicuro avrete notato il magnifico castello monoblocco che si trova su una piccola altura attorno alla quale si sviluppa il borgo di Aymavilles.

Fermatevi per uno scatto dall'esterno, in attesa che il castello riapra dopo i lavori di restauro!

IL CASTELLO SU WIKIPEDIA