La scorsa primavera, durante una crociera nelle Antille, abbiamo visto con i nostri occhi, seppur da lontano, l'Isola di Montserrat. Un'isola diventata famosa... per il suo vulcano.
Due parole su quest’isola conosciuta sino al 1995 come
“L’isola di smeraldo” e che da quell’anno non è più stata la stessa. In realtà
già dal 1992 il Soufrière Hills, il vulcano che sovrasta l'isola,
aveva dato segni di risveglio dopo circa cinque secoli di quiete, sotto forma
di terremoti.
Ma l’anno chiave è il 1995: il 18 luglio il vulcano iniziò ad
emettere piccole quantità di vapore e cenere. La prima vera eruzione avvenne
però un mese dopo. Plymouth, la capitale, fu ricoperta di cenere e il sole
venne oscurato per 15 minuti. La gente cominciò a scappare e lasciare l’isola,
mentre il vulcano controllato e monitorato di continuo.
Nel corso dei mesi successivi iniziarono anche i primi flussi
piroclastici che scesero sempre più a valle fino a raggiungere il mare,
ampliando la superficie dell’isola. Ma l’apice si ebbe con l’eruzione del 25
giugno 1997, che portò alla distruzione della capitale, dell’aeroporto e
rendendo inagibile praticamente i 2/3 dell’isola. La parte sud. Fortunatamente
Plymouth era stata evacuata poche settimane prima che fosse seppellita sotto
diversi metri di cenere e fango, facendone una Pompei dei Caraibi. Morirono
comunque 23 persone.
Oggi il vulcano è ancora attivo e periodicamente fa sentire la
sua presenza con nubi alte chilometri visibili dalle isole vicine. Gli isolani
abitano solo nel nord dell’isola e Plymouth è oggi una città fantasma
semi-sepolta sotto un deserto grigio. Dei 12.000 abitanti del 1995, oggi se ne
contano solo 5.000. Il turismo praticamente balneare non esiste più e i pochi
temerari che arrivano sull’isola lo fanno per il suo vulcano.
Ovviamente ci troviamo di fronte ad un vulcano di tipo esplosivo
(o vulcano grigio, dal colore delle sue eruzioni), paragonabile quindi al
Vesuvio. Mentre i vulcani effusivi, come l’Etna, sono invece chiamati anche
vulcani rossi e sono meno pericolosi, perché permettono alle persone di
mettersi in salvo prima che la lava arrivi.
Posto un documentario riepiloga gli eventi degli anni '90, ma soprattutto dà un'idea della portata della catastrofe.
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